Chicco e Cereza – Le Donne del Caffè
La sostenibilità e il rilancio economico vanno di pari passo con il riconoscimento del ruolo delle donne
Alla ricerca della concreta sostenibilità
“No” a qualunque tipo di violenza, psicologica o fisica: si è ribadito alla Tavola rotonda Iila e ONU Mujeres (UN Woman) con il contributo dell’Unesco, il 30 novembre 2020
di Maria Cristina Latini
La pandemia sta mettendo tutti a dura prova, ma mette a dura prova specialmente le donne, in tutti i continenti: lo riscontriamo quotidianamente in prima persona, ma lo vediamo anche leggendo i dati delle statistiche ufficiali. In queste condizioni appare molto difficile pensare a un mondo sostenibile, senza violenza e che si fondi sulla concreta parità di diritti fra uomo e donna. Nella raccolta di interviste rivolte alle “donne del caffè” del sito dedicato ai miei libri, ho cercato di restituire ai lettori testimonianze, quanto più possibile indicative, a proposito dei ruoli che le donne legate al settore del caffè dei Paesi produttori ricoprono. Il tema della sostenibilità, come un filo rosso, attraversa tutte le testimonianze in queste interviste riportate; leggendo le parole delle intervistate si evince quanto, sia esse stesse come anche le donne nei loro racconti descritte, si siano sacrificate e continuino a farlo per portare avanti il proprio lavoro e per il bene delle persone a loro care. I ritratti che emergono mettono in luce i desideri, i sogni, la forza e la grande e insostituibile bellezza delle donne. È proprio da qui che desidero partire, per sottolineare quanto sia importante ricordare l’impegno assunto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile inseriti nell’Agenda 2030, tra cui figura il raggiungimento della parità di genere fra uomo e donna, alla cui base si indicano una serie di articolati provvedimenti, accompagnati dalla costante necessità di combattere qualunque atto di violenza, psicologica o fisica. La violenza non conosce confini e per contrastarla serve un’inversione decisa di atteggiamento, oltre che una serie mirata di azioni, fra le quali vi è senz’altro quella di mantenere vivo il dibattito su questi temi, anche facendo rete. È quello che ho potuto riscontrare assistendo alla tavola rotonda per l’empowerment femminile del 30 novembre 2020, organizzata dall’Iila (Organizzazione internazionale italo-latino americana) e dall’Onu Mujeres (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne) con il contributo dell’Unesco. All’incontro sono intervenute sia relatrici italiane, che relatrici provenienti da paesi latinoamericani (alcuni dei quali produttori di caffè), ciascuna rappresentativa di una realtà specifica a livello o governativo, o associativo o comunque rappresentante – sotto diversi punti di vista – di un’attività di supporto o sensibilizzazione riguardo al tema del sostegno alle donne, oltre che del contrasto alla violenza nei loro confronti.
In questa occasione, nel proprio intervento di saluto, la Segretario Generale dell’Iila, Antonella Cavallari, ha ricordato proprio che “è impossibile uno sviluppo sostenibile senza la parità di genere: si tratta di ricostruire le società considerando le donne come risorse e mitigando l’impatto della pandemia nei loro confronti”. Come ha poi sottolineato Marina Sereni, Vice Ministro al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, le disparità di genere sono state esacerbate dalla pandemia. Sotto pandemia, infatti, è stato registrato che al lavoro agile è corrisposto un aggravamento delle fatiche della donna, visto che il lavoro di cura è arrivato sulle spalle delle madri o comunque delle donne in generale, oltre al fatto che settori come la cultura e il turismo hanno visto molte donne perdere il proprio lavoro. In seguito Maria-Noel Vaeza, Direttore generale dell’Onu Mujeres per le Americhe ed i Caraibi, rammentando come le donne siano in prima linea nel combattere il Covid, ha ribadito l’urgenza di contrastare in modo determinato la violenza sulle donne favorendo la redistribuzione del lavoro e della ricopertura di cariche politiche.
Nel suo intervento come relatore principale, poi, la Vicepresidente del Costa Rica, Epsy Campbell Barr, ha ribadito come la non partecipazione delle donne nell’ambito decisionale e pubblico in generale, determini un minor sviluppo. Ha poi ricordato che in tempo di pandemia è stato riscontrato un aumento indiscriminato della violenza in tutte le sue forme (da quella fisica a quella economica), oltre che della disuguaglianza nel lavoro, sottolineando come – dal momento che stiamo attraversando una crisi planetaria che ha un enorme impatto sulle donne – sia necessario lavorare sull’accesso al credito delle donne, sulla loro partecipazione all’agenda pubblica, per vivere in un mondo più giusto, nel quale donne e uomini non abbiano solo uguali diritti, ma anche pari opportunità.
La tavola rotonda si è poi sviluppata proponendo l’alternarsi di diversi interessanti interventi, come quello dell’avvocato Marina Aragona (fondatrice e vice presidente dell’Associazione “Forza e Bellezza”, dedicata alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne) che ha sottolineato come una donna consapevole di se stessa, riesca ad attuare un maggior controllo sulle proprie reazioni in merito a ciò che le accade intorno, perciò è importante che le donne, non ostante la presenza dei centri anti-violenza e nonostante l’attuazione di varie iniziative a tutela delle stesse, intraprendano un percorso di consapevolezza di sé, che le aiuti a capire che cosa le fa stare bene o meno e a comprendere quali siano i propri diritti da difendere. Un percorso multidisciplinare, lungo, doloroso – ha aggiunto – che tuttavia può essere affrontato in modo meno oneroso anche appoggiandosi ad Associazioni territoriali specializzate su questo settore.Il Segretario Socio-Economico dell’Iila, Sarah Cordero Pinchansky, poi, introducendo i temi di “mitigazione e ripresa dalla crisi, da una prospettiva di genere” ha individuato tre punti chiave utili a intraprendere un percorso virtuoso. I primi due sono rappresentati dall’inclusione territoriale e finanziaria, mettendo in contatto fra di loro le donne, soprattutto per ridurre il “lavoro informale” e attuando, nel contempo, interventi economico-finanziari legati a specifiche necessità; infine c’è l’importante tema della capacità ad essere “solvibili”, attuabile ponendo le donne in contatto con mercati floridi.
Nel suo intervento, Stefania Multari (Direttore Relazioni Istituzionali di Confartigianato Imprese) ha confermato che la pandemia ha penalizzato le piccole e medie imprese, molte delle quali sono al femminile e tante delle quali si vedranno costrette a chiudere al termine dei ristori. Quanto alla crisi economica che ne è conseguita – ha proseguito – è come se la pandemia avesse messo tutti i paesi nelle stesse condizioni: da questo punto di vista la pandemia può rappresentare un’opportunità – ha continuato – se si pensa a colmare il gap esistente fra le imprese al maschile e le imprese al femminile. Man mano che la digitalizzazione aumenterà, il ruolo della donna potrà progredire, sia creando sempre più occasioni di networking, sia realizzando nuovi distretti produttivi con diverse opportunità per le donne. Infine Stefania Multari ha ricordato che Confartigianato si avvale di strumenti di bilateralità, che vanno dal sostegno al reddito, alla prevenzione nella salute, fino alla conciliazione tra lavoro e vita familiare, per supportare le donne imprenditrici e lavoratrici.
Interessante è, poi, riportare un tratto dell’incoraggiante esposizione della relatrice cilena Janet Spröhnle, Direttrice esecutiva di People & Partners, che più volte è stata scelta come parte delle 100 donne leader in Cile e, dal 2018, è stata eletta fra le TOP 25 HR Influencer in America Latina. Janet Spröhnle nel suo intervento ha manifestato una grande fiducia nella capacità delle donne di superare le tante sfide del presente, affermando come esse siano capaci di stare insieme e di lavorare bene in squadra; la forza e l’intelligenza che le caratterizzano permettono loro di crescere i propri figli e, anche se la realtà non è facile, le donne sono molto predisposte ad apprendere cose nuove e riescono a superare qualsiasi ostacolo. Nuria Sanz, che dal 2001 lavora presso l’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) e che dal 2009 coordina il progetto mondiale dell’Unesco sull’Evoluzione Umana, ricordando come questa pandemia abbia lasciato, a livello globale, 11milioni di bambini fuori dalla scuola, ha ribadito la necessità di lavorare sul rafforzamento della capacità di apprendimento dei bambini, aggiungendo, infine, che alle donne non manca niente per ricoprire incarichi di primo piano ad ogni livello.
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“Una favola di caffè: Chicco e Cereza”
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