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Il caffè col nome di Elda, per la cura e l’impegno delle donne
Le donne nei paesi di origine del caffè svolgono un lavoro e ricoprono una funzione fondamentali sia in ambito lavorativo che in ambito sociale
di Maria Cristina Latini
Andrej Godina ha al suo attivo un dottorato di ricerca in “Scienza, tecnologia ed economia dell’industria del caffè” presso l’Università degli studi di Trieste e si dedica quotidianamente allo sviluppo di progetti inerenti al prodotto del caffè. Fra questi ce n’è uno, che da anni lo vede impegnato, insieme con altri soci, nel sostenere la conduzione di una piantagione di caffè che si trova in Honduras.
Secondo la tua esperienza, quale ruolo ricopre la donna in un paese produttore di caffè?
Le donne nei paesi di origine del caffè svolgono un lavoro e ricoprono una funzione fondamentali sia in ambito lavorativo che in ambito sociale. La piantagione di caffè richiede un lavoro agricolo giornaliero che è fatto di attività che si svolgono durante tutto l’arco dell’anno: la manutenzione e la gestione del vivaio per le nuove piantine, la sostituzione in piantagione delle vecchie piante con quelle più giovani, la pulizia del terreno e la potatura degli alberi da ombra, la potatura delle piante di caffè, la fertilizzazione e il trattamento per il controllo degli attacchi degli insetti, la raccolta manuale del caffè, il controllo del processo di asciugatura naturale dei semi del caffè e così via… Nei paesi produttori i lavori manuali più faticosi sono generalmente svolti dall’uomo, mentre alla donna sono riservate le funzioni che richiedono maggiore attenzione e precisione.
Puoi darcene qualche esempio?
Per esempio per ottenere un caffè di alta qualità è fondamentale la fase di raccolta delle ciliegie mature sugli alberi: la donna è più paziente, è più precisa nel raccogliere solamente le ciliegie mature. Spesso le donne curano la fase di asciugatura dei chicchi di caffè appena lavorati e questa operazione richiede di rivoltare i chicchi ogni mezz’ora, fino alla completa asciugatura. Un’altra fase importante per un caffè di alta qualità è la selezione manuale dei chicchi, prima dell’esportazione verso i paesi consumatori. Le donne, avendo le dita più piccole e grazie alla loro maggiore precisione e pazienza, sono delle selezionatrici eccezionali: con rapidità e precisione sono in grado di eliminare da un lotto di produzione tutti i chicchi difettati.
Sul piano sociale cosa puoi raccontarci?
Il ruolo che la donna gioca a livello sociale è altrettanto importante. Grazie al loro instancabile lavoro che inizia al mattino presto e finisce la sera tardi, le donne consentono alla famiglia di mangiare e di educare i figli. La donna si occupa del reperimento del cibo, cucina, tiene pulita la casa e si occupa della gestione dell’educazione dei figli.
Credo che la valorizzazione del ruolo della donna nei paesi di origine del caffè sia una questione di grande importanza, soprattutto di quel ruolo che la vede protagonista nel mondo del lavoro. Nelle aree rurali è scontato il ruolo sociale della donna come moglie, madre e “padrona della casa”, mentre non è per nulla riconosciuto quello di lavoratrice. Nella maggior parte dei casi la donna partecipa alla produzione del caffè, ma non è mai menzionata nel trading internazionale (il nome della piantagione è sempre quello dell’uomo che la gestisce), non è assunta con regolare contratto di lavoro e non le viene pagato un salario. Nella piantagione in Honduras Finca Rio Colorado, acquistata dalla società Umami Area Honduras di cui sono socio, abbiamo cercato di valorizzare il ruolo della donna e l’abbiamo fatto chiamando uno dei micro-lotti di alta qualità che produciamo, con il nome di Elda Villeda, la moglie del nostro capataz. Elda è una moglie, è una mamma di cinque figlie ed è una lavoratrice instancabile che cura l’asciugatura del caffè dopo la spolatura nelle serre di essiccazione. Crediamo che questa piccola azione possa essere qualcosa di utile per le donne del villaggio e per la famiglia di Elda.
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Spazio del lettore:
“Una favola di caffè: Chicco e Cereza”
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